La
titolazione vera della chiesa è ai SS. Ambrogio e Carlo, i due
principali patroni milanesi. Fin dal X secolo esisteva una chiesetta sul
luogo del grande tempio odierno, che nel 1471 fu concessa ai Lombardi
residenti a Roma da Sisto
IV. I Lombardi (con il quale termine all'epoca si intendevano
gli abitanti di larga parte della pianura Padana) andarono concentrando
la loro presenza nella zona, e accanto alla chiesa, ricostruita, sorsero
la sede di una arciconfraternita e un ospedale. Tra l'atro pare che la
chiesa avesse affreschi di grande bellezza, opera di Perin del Vaga e
Baldassarre Peruzzi; essa sopravvisse durante la costruzione del nuovo
tempio, per finire demolita verso il 1672.
Il nuovo tempio prese le mosse dalla canonizzazione di S. Carlo, avvenuta
nel 1610, e nel 1612 iniziarono i lavori ad opera di Onorio Longhi, alla
morte del quale proseguiti dal figlio Martino. Defunto anche questi nel
1634, seguì un interruzione dei lavori fino al 1665, quando furono
ripresi da Pietro da Cortona, che progettò la cupola e l'abside,
conclusi nel 1672. Infine la facciata, gigantesca ma vuota, con un
aspetto scenografico che appare poco collegato al corpo retrostante
dell'edificio, fu costruita tra il 1682 e il 1684 su progetto del
cardinale Alessandro Omodei, ed è stata restaurata di recente. Dello
stesso periodo sono i due edifici simmetrici ai lati della chiesa, che
un tempo ospitavano la confraternita e l'ospedale. In ogni caso occorre
dire che l'insieme doveva dare un maggior slancio alla facciata della
chiesa quando ancora sulla destra non si era creato lo slargo sul Corso
dovuto alle demolizioni per la realizzazione di piazza Augusto
Imperatore (1934-1938). E' invece splendida la vista della cupola e
dell'abside di Pietro da Cortona che si ha da questa piazza, e che in
precedenza era nascosta dal fitto tessuto edilizio.
Entrando nella chiesa, colpisce subito l'ampia spazialità dell'edificio a
tre navate con cappelle laterali e volta a botte, e che inoltre, caso
unico a Roma, si articola nel presbiterio in un deambulatorio, cioè un
corridoio anulare che corre tutt'intorno all'abside, elemento
architettonico proprio dell'architettura gotica e che qui è certo
ripreso da quello del Duomo di Milano.
La decorazione a stucchi della volta della navata centrale fu realizzata su
disegno del Da Cortona e ricche decorazioni in stucco sono pure presenti
nell'abside e nelle navate laterali. La pala d'altare fu realizzata da
Carlo Maratta nel 1690, e rappresenta la Gloria di SS. Ambrogio e
Carlo. Tutto l'insieme della decorazione interna della chiesa
risulta di grande sontuosità e fasto, ed è certo uno dei più
significativi dell'epoca tardo barocca in Roma, tanto che ancor oggi la
chiesa è considerata, certo da un punto di vista molto
"modano", come una delle più "eleganti" della città.
Di fronte alla chiesa l?hotel Plaza, un grande blocco stilisticamente tra
eclettismo e liberty, risalente al 1905.
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