Sorta
nel medioevo sul luogo della casa di papa Gregorio
I (535-604), dove il santo aveva istituito nel 575 un oratorio
dedicato a Sant'Andrea. Alla sua morte il monastero restò abbandonato e
la sua memoria rinacque quando fu costruita la chiesa, tra il cinquecento
ed il settecento, dedicata appunto a San Gregorio. Nel portico fu sepolta
nel 1511 la cortigiana Imperia, per volontà del banchiere Agostino Chigi
suo amante, con un epitaffio elogiativo, ma successivamente venne tolta
dal sepolcro e la lapide buttata, e al suo posto fu messo il sepolcro
di Lelio Guidiccioni, un canonico del Seicento. All'interno, in fondo
alla navata destra è l'altare di San Gregorio e un paliotto con tre
bassorilievi raffiguranti le cosiddette Trenta messe di Gregorio,
che risalgono alla fine del Quattrocento. A destra della cappella è la
Stanza di San Gregorio con sedile marmoreo del I secolo a.C. Notevole la
Cappella Salviati realizzata su disegno di Francesco da Volterra e
completata da Carlo Maderno: la Madonna con Bambino è un antico
affresco ridipinto nel Quattrocento che, secondo la tradizione, avrebbe
parlato a San Gregorio.
A sinistra della chiesa, su uno slargo, sono tre oratori fatti costruire
all'inizio del Seicento dal cardinale Cesare Baronio, volendo così
rievocare il monastero originario istituito da san Gregorio. Quello
centrale, dedicato a sant'Andrea, contiene affreschi del Domenichino,
Pomarancio e Guido Reni. Alla sua destra è quello dedicato a Santa
Silvia, la madre di Gregorio, probabilmente costruito sulla tomba dove lei
era stata sepolta insieme alle sue sorelle e zie del santo, Tarzilla ed
Emiliana. A sinistra è l'oratorio di santa Barbara, detto anche oratorio
del Triclinium, perchè contiene la tavola di marmo alla quale san
Gregorio serviva il pranzo a dodici poveri. Un giorno però apparve un
tredicesimo commensale, un angelo, al quale Gregorio servì ugualmente da
mangiare. In memoria, il giovedì santo, il papa serviva a questa tavola
il pranzo a tredici poveri, ma l'abitudine venne meno dopo il 1870. Da
quell'evento miracoloso secondo alcuni deriva la tradizione superstiziosa
dell'evitare di essere in 13 a tavola, perchè in origine lo si fece per
rispetto religioso all'angelo, non volendo ripetere in seguito ciò che
era accaduto per origine divina. |