Prima
che, nel 1837, fosse istituito il Campo Verano, numerosi piccoli cimiteri
costellavano le aree disabitate entro la cerchia delle Mura Aureliane. Di essi,
il Cimitero Protestante in via Caio Cestio è il solo ad aver conservato il sito
e la funzione. La comunità degli stranieri residenti a Roma aveva acquisito nei
primi decenni del Settecento una piccola area a ridosso della Piramide
Cestia per farne il luogo di sepoltura dei propri defunti. Fino ad
allora, essendo nella quasi totalità di religione diversa dalla cattolica, gli
stranieri non erano ammessi alla sepoltura entro le mura e, benché non se ne
abbiano notizie certe, si ritiene che venissero sepolte all'esterno delle mura.
Il nucleo di questo cimitero era a ridosso delle Mura Aureliane, ma comunque
all'interno. Scavi archeologici iniziati nel 1928 per portare
alla
luce la base della Piramide Cestia hanno restituito
le spoglie ed una lastra di piombo di quella che sembra la più antica sepoltura
del luogo, datata 1738 e appartenente ad un inglese di nome Langton. Comunque,
fu agli inizi dell'Ottocento che il luogo assunse un fascino particolare che lo
rese caro alla sensibilità degli artisti romantici. Infatti, sono artisti i più
che qui riposano: Wagner, Nietzsche,
Shelley, Keats, Severn, Reinhart. Nonostante la concessione della sepoltura
all'interno delle mura, come abbiamo già sopra accennato, le sepolture degli
acattolici avvenivano di notte, sia per rispetto della legislazione dello Stato
Pontificio sia per diminuire i rischi di rappresaglie e di manifestazioni di
intolleranza religiosa. A riprova di ciò, nel 1824, Leone
XII autorizzò lo scavo di un fossato che arginasse, o almeno
ostacolasse, le frequenti profanazioni. Solo nel 1870 il fossato, ormai
interrato, fu sostituito da un muro. Qui si può osservare la lapide, senza
nome, che indica il luogo di sepoltura di John Keats, il poeta giunto a Roma nel
settembre 1820, che soggiornò nella "Casina
Rossa" a piazza
di Spagna e che morì dopo soli quattro mesi all'età di 26 anni.
L'epitaffio che, composto dal poeta stesso (naturalmente in inglese), così
recita: "Questa tomba contiene tutto ciò che fu mortale di un giovane
poeta inglese che, sul suo letto di morte, nell'amarezza del suo cuore, in
risposta al maligno potere dei suoi nemici, desiderò che queste parole fossero
scolpite sulla sua pietra tombale: Qui giace uno il cui nome fu scritto
sull'acqua".
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