La
leggenda vuole che la città nasca nel 753 a.C. Fonti storiche fanno coincidere
con la festa delle Palilie (in onore di Pales , la dea del Palatino) le prime
celebrazioni dedicate a questo giorno, altre azzardano che la ricorrenza di san
Pietro e Paolo del 29 giugno non sia che la trasformazione della festa dedicata
a Romolo e Remo in ricordo del primo tracciato dell’Urbe.
Il mito che tutti conosciamo narra di Romolo e Remo, fratelli gemelli figli di
Rea Silvia e del dio Marte. Abbandonati dalla madre nel Tevere, si salvarono
solo perché allevati da una lupa e da un pastore di nome Faustolo. Ma il
termine "lupa" potrebbe anche rimandare ad una prostituta, poiché così
erano dette le meretrici dell’antica Roma. I fratelli, ancora adolescenti, si
cimentarono nell’impresa di fondare una città.
Ma l’ambizione di entrambi d’essere l’unico fondatore, fa nascere i primi
contrasti. Decidono allora di affidarsi alla volontà di Giove, che avrebbe
concesso lo scettro di fondatore di Roma a colui che avesse osservato nella
stessa quantità di tempo un maggior numero di uccelli. E’ Romolo ad
avvistarne di più, anche se in ritardo rispetto a Remo, e scaglia la sua lancia
di corniolo sul Palatino per scegliere il luogo. Dalla punta della lancia nasce
un albero di corniolo che diverrà sacro a Roma. Romolo quindi traccia con un
vomere di bronzo il "solco primigenio", ponendo alla sua sinistra una
vacca bianca e alla sua destra un toro di uguale colore. Infine ordina ai suoi
uomini di costruire lungo il solco un recinto di legno e fango per sancirne la
sacralità e l’inviolabilità. Ma la nascita della città ha un epilogo
tragico: terminata la costruzione Remo scavalca le mura, violandole in segno di
sfida, e su di esse viene ucciso da Romolo.
Le celebrazioni del Natale di Roma, dopo un periodo di silenzio, tornarono in
auge intorno al 1870. Tra i festeggiamenti da ricordare l’appuntamento con la
"Patarina", la campana della torre sul Campidoglio che rintocca ogni
21 aprile a mezzogiorno.
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