Mausoleo di Cecilia Metella

 

via Appia Antica, 161

ore 09-19 info e prenotazioni: 06.39967700

intero € 2.00 - ridotto € 1 (tra i 18 e i 25 anni) - gratis sotto i 18 ed oltre i 65 anni

 

 

               Particolare

 

 

Questo tratto della via Appia è dominato dall'imponente mausoleo di Cecilia Metella, una tomba colossale costruita verso il 50 a.C.; Cecilia Metella era figlia del console Quinto Metello, detto Cretico dopo la conquista dell'isola di Creta, ed era moglie di Marco Crasso, figlio di uno dei più leggendari personaggi di Roma: il ricchissimo Marco Licinio Crasso, che soffocò nel sangue la rivolta degli schiavi capeggiati da Spartaco, che formò con Cesare e Pompeo il primo triumvirato, e che trovò un'orrenda morte in una spedizione contro i Parti.

Cecilia Metella doveva quindi essere un personaggio molto importante, al punto di ricevere una tomba così imponente in un punto sopraelevato della via Appia: qui la pendenza naturale del terreno crea un punto di vista privilegiato, tant'è che oggi questa tomba è un po' il simbolo della strada.

La tomba di Cecilia Metella è costituita da una base a pianta rettangolare sormontata da un tamburo cilindrico.Della base, alta 8 metri, rimane solo il nucleo in calcestruzzo di selce, mentre del rivestimento si vedono solo i blocchi di travertino di ammorsamento che non fu conveniente asportare; il cilindro, alto ben 11 metri e dal diametro di 30 metri, è ancora rivestito di travertino; la sua forma lo collega al genere architettonico del mausoleo di tradizione ellenistica, che proprio in quel periodo raggiungeva a Roma la massima diffusione.

Sul tamburo una iscrizione in marmo pentelico ricorda brevemente Cecilia Metella, mentre un fregio in rilievo rappresenta dei trofei di guerra, insieme a bucrani (crani bovini) sormontati da festoni di foglie e frutta. Proprio dai crani bovini che decorano il festone la zona ha assunto il curioso toponimo di "Capo di Bove".

La sommità del tamburo è delimitata da una cornice, al di sopra della quale si trova il ballatoio con la merlatura medievale; è però ancora parzialmente visibile la merlatura antica in travertino, che, assieme ai fregi guerreschi, richiama la tradizione italica che voleva il sepolcro simile ad una fortezza. Sul cilindro si trovava anche un tumulo di terra a forma di cono rovesciato, dove probabilmente crescevano dei cipressi. E' una tipologia caratteristica dei sepolcri etruschi, che a Roma ritroviamo nel contemporaneo mausoleo di Augusto. L'interno era a due piani: il piano inferiore, che conteneva il corpo di Cecilia Metella, è costituito da una camera circolare, stretta e molto alta, in origine ricoperta da una volta conica; per proteggere la camera dall'umidità, le pareti sono rivestite con estrema cura in laterizio, con tegole sottili, spezzate e arrotate sul lato frontale. Per entrare nella camera funeraria esiste, accanto all'ingresso del castello, una scala che scende in basso, che fu costruita dal Muñoz all'inizio del '900 per raggiungere un piccolo corridoio che fa accedere alla base della camera; del corridoio, antico come la tomba, non è stato ancora ritrovato l'ingresso originale. Possiamo però anche affacciarci all'interno della tomba percorrendo una stretta galleria, analoga al "dromos" di accesso dei tumuli etruschi, che si trova alla stessa quota dell'ingresso del castello. Si saliva infine al piano superiore per mezzo di una scala medievale, ora inaccessibile.